Archivio di quartiere – storia n. 17



Avevo fatto la prima elementare alla scuola Carlo del Prete molto lontano, per andarci a piedi, da via Giulio Petroni ma anche da via Gabrieli; per fortuna al termine di via Pessina, all’incrocio con l’attuale via della Costituente, allora campagna, c’era una scuola elementare privata la scuola Primavera, distante circa 200 metri dalla nostra abitazione.


In questa scuola, gestita dalla signorina Maria e dal fratello Direttore, ho frequentato le elementari; nel frattempo i miei genitori avevano comprato  un grande appartamento in via Angelico Tosti Cardarelli, l’attuale don Luigi Sturzo, era il 1958.
Mia madre era come sempre impegnata in cucina ma su di lei gravavano tutti gli impegni da quelli con la scuola per parlare con i professori a quelli con i medici di  base Dott. Maggi e Brandonisio, agli acquisiti più o meno importanti come i mobili dalla Ditta Colangiuli e naturalmente la spesa quotidiana in via Montegrappa dove c’era un ricco e multicolore mercato giornaliero. Allo stesso si arrivava percorrendo Corso Sicilia e girando a sinistra dopo uno dei primi supermercati Standa, anche se la mia memoria e non  da solo, ricorda lì prima un cinema che mi pare si chiamasse Adriatico che aveva di fronte la famosa Villa Armenise o Vittoria. Sempre  mia madre decise l’acquisto del televisore dai fratelli Ricci cui ricorrevamo sia per le necessità di elettricità in genere rivolgendoci a Tonino che al fratello Nino per le riparazioni del televisore.
Mio padre, invece, da buon militare,  era sempre impegnato in caserma dove andava a piedi, fino a quando  nel 1966 non comprò una 850 berlina di colore beige-sabbia; con quella andava il sabato e la domenica a caccia con Giovanni  e Renato Lazzazera, padre e figlio, che avevano un negozio di biancheria e tessuti di fonte al carcere e con i quali aveva stabilito una grande amicizia .
Affacciandomi al balcone  vedevo solo campagna, di fianco a sinistra vi erano altri palazzi, mentre sul lato opposto solo un palazzo all’incrocio di Corso  Sicilia e quindi il terreno recintato  della Chiesa dei Carmelitani; solo qualche anno dopo incominciarono a costruire di fronte, mentre sotto casa veniva   aperto un chiosco di giornali gestita da Tonino che era anche il portiere dello stabile di via Gabrieli.
 Fin quando non incominciarono  ad asfaltare, anche per le necessità delle nuove costruzioni, tutti noi ragazzini della zona giocavamo per strada  fin quando un giovane sacerdote dei Carmelitani, Padre Paolo  con la benevolenza del Parroco Padre Bernardo e del Padre Provinciale  Giuseppe Bifaro, mio compaesano, incominciava ad organizzare  un oratorio che noi naturalmente frequentavamo soprattutto per giocare a  pallone, calciobalilla e ping-pong.
Di quei ragazzi  solo due nomi mi sono rimasti impressi forse tra i più bravi  a giocare  a pallone Emanuele Milella che abitava qualche civico prima del nostro e che si poteva definire un antesignano di Franco Baresi  e Franco Ninni, che abitava sopra il bar, grande mezzala a tutto campo, entrambi impegnati  nelle domeniche come precursori dei ministranti durante la liturgia delle messe; si era appena passati dal latino all’italiano nella celebrazione delle stesse.
Grazie all’organizzazione dell’Azione Cattolica della Chiesa dei Carmelitani, quando fummo un po’ cresciuti negli anni, andavamo qualche volta a giocare a pallone nell’Istituto minorile rieducativo Fornelli.
Qui, tra mura molto alte ed osservanza di tante precauzioni e misure di sicurezza, in un modesto campo di calcio, giocavamo partite dove oltre quel poco di tecnica c’era anche molta vigoria in campo.
 Sul lato destro l’intera struttura del Carcere confinava con il Campo degli Sports, da circa 50 anni raso al suolo e divenuto viale Giovanni XXIII.
Quanti giovani calciatori, quando l’ingresso era gratuito, ho ammirato nel Liberty Bari, Inter Bari, Ideale ma anche nella primavera  del Bari e in tante squadre giovanili o di promozione; su quel campo ho anche visto una partita di serie B Trani – Brindisi ,finita 0 a 0, nonostante il Trani schierasse il grande attaccante Giacomo Cosmano; raramente sono andato alla Caserma Rossani che pure era una struttura sportiva più completa ma ahimè militare!
Dopo le scuole elementari ho frequentato le medie al Convitto Nazionale “Domenico Cirillo”, naturalmente da esterno. Per arrivarci la strada da fare era parecchia, viale unità d’Italia non c’era, percorrevo corso Sicilia sino all’altezza della Chiesa Russa poi  giravo a destra attraversavo una strada che mi dava accesso su  un tratto di viale conte di Cavour, oggi viale Unità d’ Italia, e da qui in via Re David sino ad un tabacchino, lontano si intravedeva il cinema Odeon, quindi giravo a destra ed avevo di fonte la Chiesa di San Pasquale,  ancora a destra e poi a sinistra per l’ingresso al cortile della scuola.
Qui al Cirillo ho frequentato  dalla prima media all’ultimo anno del Liceo Classico, di  tanti insegnanti e  dei compagni, conservo le foto, ma di questi  solo due negli anni successivi  sono riuscito a rivedere,  di  molti non so nulla, vivono solo nei miei ricordi ed in qualche appunto delle diverse stupidaggini sfuggiteci  durante le ore di lezione.
Poi è arrivata l’università, ma già da diversi anni quando arrivavano le feste  percorrevo tanta strada a piedi sino alla Banca di Italia  a Corso Cavour, giravo a destra e lì era il capolinea del servizio pullman della Marozzi che allora gestiva la  tratta Bari-Brindisi, per andare  a San Vito dei Normanni…..ma questa è un’altra storia, che è già scritta nella mia memoria.

Un commento

  1. Vito Orazio Colonna

    Vivo a Torino, dove mi sono traferito per frequentare il politecnico, ma ho vissuto fino a 19 anni in via Gabrieli 21 e quindi di questo mondo variegato che descrivi conosco tutto nei minimi particolari. Prima e seconda elementare all’istituto primavera e della signorina Maria potrei scrivere un libro. Obbligato nelle recite natalizie a fare il pastore e indossare una pelliccia di cane(il suo adorato colly che aveva fatto scuoiare alla morte). Figlio di un maresciallo delle casermette, ho frequentato per vent’anni il mercato, la Standa, i giardinetti della chiesa russa a giocare a calciatori sulle panchine, le giostre che si posizionavano lateralmente al carcere e abitavo nello stesso palazzo in cui abitava la famiglia Lazzazara, titolari del negozio da te citato. Dalla terza elementare sono passato alla Carlo Del Prete. Posseggo tutte le foto di tutti gli anni e mi vengono le lacrime agli occhi a pensare a quegli anni spensierati. Mi farebbe piacere rivivere con te quegli anni. I film al cinema Adriatico e successiva pizza nella pizzeria affianco, un posto malfamato dove per├▓ la pizza aveva un odore incredibile , forse per la spalmata di sugna che veniva fatta dal pizzaiolo. La nostra prima televisione comprata proprio in quel negozio, affianco alla pasticceria Saicaf, meta obbligata della domenica. Quel negozio forse si chiamava Attanasio, dove due fratelli magri e allampanati vendevano i primi televisori a valvole. Quando non funzionavano uno dei due fratelli , arrivava con la sua scatola di valvole e provava a sostituirle tutte, fino a trovare il guasto. Ho frequentato il Panetti e da buon panettiere mi ├¿ venuta la passione per l’elettronica ed eccomi qua a Torino. Mi hai fatto rivivere con piacere molti attimi della mia infanzia. Scrivimi se ti fa piacere . Grazie Vito Colonna

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