Archivio di quartiere – storia n. 16

Il tempo scorre in fretta!
Chissà quante volte ho ripetuto questa frase, la pronunciavo per giustificarmi o meglio per evitare i sensi di colpa ripensando alle mie omissioni. Pensavo di averne veramente poco!
Rinviavo, quello che potevo, a giorni più distesi e sereni quando, smessa la frenesia dell’attività lavorativa, mi sarei ritrovata libera da impegni.
In realtà i minuti, le ore e persino gli anni mi sono scivolati mentre pensavo di averne tanti, ancora, davanti.
Tuttavia giunge il momento in cui la vita te li spiattella lì, uno dopo l’altro, e ti presenta il conto.
Ti accorgi che di compleanni ne hai festeggiati tanti ed è giusto fermarsi per un bilancio.
Non potendo riportare indietro le lancette, ho ripensato al mio vissuto.
E cosa c’è che può meglio documentare le proprie trasformazioni e dare voce alle emozioni?
Ho rispolverato le vecchie foto conservate o meglio ammucchiate qua e là nei cassetti anche dei parenti e ho cominciato a inventariare la mia esistenza e a costruire un catalogo di memorie da sfogliare per ripercorrere, agevolmente, le tappe della mia crescita.
Ho accarezzato visivamente le immagini che ritraggono me, artefice e complice della mia evoluzione fisica e mentale, in equilibrio tra le gioie e i dolori che non sono mancati.
Contrariamente a coloro che guardano con rimpianto al passato, ho avvertito verso gli eventi trascorsi, un sentimento di curiosità e di rispetto.
La persona che sono diventata è il risultato degli insegnamenti e dei valori che mi sono stati trasmessi dalle generazioni precedenti, dei sogni che mi impegnavo con determinazione a realizzare, delle barriere che ho superato e delle sfide che la vita mi ha presentato e che ho combattuto con tenacia.
Ora leggo in quelle vecchie istantanee, non il mio ieri, ma il mio oggi.
Ebbene, ho ritrovato stampati gli affetti e le tenerezze dei miei cari, gli incontri festosi con gli amici e le amiche, la dignitosa presenza delle compagne nella posa di gruppo, a scuola.
Nelle riproduzioni degli anni della mia infanzia, con grande sorpresa, ho scoperto che un quartiere e le sue strade in particolare, sarebbero stati presenti nel mio futuro, fino ora.
  • Stella R.

Eccomi a sette anni, sorridente, immortalata accanto a Babbo Natale, che quel giorno pattugliava la strada per arrotondare le entrate del fotografo.
Il bonario personaggio trasportava sulle spalle una gerla carica di doni e rendeva più veritiera l’attesa ingenua dei piccoli.
In effetti io gli stringevo la mano, felice, pensando forse ai doni che avrei ricevuto.
Un evento proprio curioso, perché allora vivevo in provincia. E allora: – Dove sono?
Quel giorno ero ospite, con i miei, in casa di amici baresi, così mi raccontavano.
Sorvolando le figure in primo piano, i dettagli acquistano, a un occhio più attento, un valore e una dimensione nuova scoperta grazie all’Associazione Fillide.

Accidenti! Non mi sono mai accorta che alle mie spalle si eleva un palazzo dalla forma esteticamente squadrata, ben nota da tutti coloro che vivono nella zona e che porta una particolare insegna. È quella del bar- pasticceria Meridional caffè, in corso Benedetto Croce, l’ex corso Sicilia.
E da chi è stata scattata?
Il timbro è sbiadito, ma risultano leggibili: foto A… Nicola Cine attualità via G. Toma,11 Bari (Rione Carrassi).
E le coincidenze! Appunto!
Nella riproduzione ignoravo che il destino aveva deciso già che molti anni più tardi, avrei lasciato il paese e in questo quartiere avrei consumato la mia giovinezza, la maturità e ora la mia vecchiaia.
Nonostante le sue evidenti contraddizioni il quartiere Carrassi rappresenta un punto di riferimento importante nella realtà quotidiana della città, in continua espansione, soprattutto per la vitalità dell’intreccio delle relazioni umane.
Un grande merito va riconosciuto a coloro che si impegnano a recuperarne la memoria storica e si ingegnano per coinvolgere i residenti a riqualificare l’ambiente, perché anche un piccolo e semplice gesto di condivisione può rendere più cosciente e responsabile la collettività.

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